cappellaio matto, illustrazione, John Tenniel, Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie
Illustrazione di John Tenniel, 1865

Impegnato in un’eterna ora del tè, appassionato di orologi ed incapace di fare un discorso di senso compiuto, il Cappellaio Matto è uno dei personaggi più iconici creati dallo scrittore, matematico e fotografo britannico Lewis Carroll.
Il Cappellaio compare per la prima volta nel 1865 in Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, e successivamente in Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, opera del 1871.

In molti si sono chiesti quale fosse l’origine della caratterizzazione di questo personaggio, un’ipotesi molto discussa è che Carroll potesse essersi ispirato alla reale condizione del cappellai britannici suoi contemporanei.

I cappellai del XIX secolo spesso venivano scambiati per ubriachi, al punto che si è ipotizzato che l’espressione mad as a hatter si riferisse proprio a questi lavoratori.
(Esistono anche altre tesi sull’origine, per approfondire: https://en.wikipedia.org/wiki/Mad_as_a_hatter ).

All’epoca era molto comune incontrare cappellai con marcati problemi motori: tremori, andatura barcollante, difficoltà di coordinazione, e fisici come mancanza di denti e capelli. Tutti sintomi che si accompagnavano a evidenti difficoltà di parola e pensiero, perdita di memoria, depressione, irritabilità, ansia, timidezza patologica, psicosi etc.

Ma qual era la causa della loro condizione?

I cappelli più comuni erano in feltro, materiale ricavato dalle fibre del pelo del coniglio mediante il processo di infeltrimento. La produzione prevedeva una fase detta carroting durante la quale era impiegata una soluzione calda di nitrato mercurico.

Hg(NO3)2

I vapori generati e le soluzioni impiegate erano altamente tossiche, tanto da provocare avvelenamento da mercurio. Gli ambienti di lavoro spesso angusti, con soffitti bassi e scarsa aerazione non facevano che aggravare la condizione di questi lavoratori.

L’avvelenamento da mercurio era talmente diffuso tra i cappellai che i sintomi della malattia finirono per essere riconosciuti comunemente come tratti caratteristici della professione.

Molti hanno ipotizzato che anche il Cappellaio Matto descritto da Carroll si ispirasse proprio ai sintomi dell’avvelenamento da mercurio.

Ci sono delle caratteristiche della personalità del personaggio che fanno pensare non sia così
L’avvelenamento da mercurio genera cambiamenti nella personalità molto specifici come: timidezza, perdita di fiducia in se stessi, diffidenza, ansia, paura patologica di risultare ridicoli, ecc. Aspetti contrastanti con l’esuberanza ed eccentricità del personaggio di Carroll.

Un cappellaio arancione

C’è, però, un Cappellaio Matto che sicuramente fa riferimento ai sintomi della malattia dei cappellai.
Macchie arancioni sulla pelle, capelli color mandarino: il make up del cappellaio di Tim Burton nel film Alice in Wonderland è un chiaro riferimento all’avvelenamento da mercurio. Durante la produzione del feltro, nella fase di carroting, infatti, il pelo del coniglio assumeva una colorazione arancione.

Per quanto, probabilmente, il cappellaio di Carroll non debba la propria origine all’avvelenamento da mercurio, questa malattia professionale era talmente diffusa da determinare la percezione comune di un’intera categoria di lavoratori, quindi non ci si sarebbe di certo potuti stupire se avesse avuto un ruolo anche nell’ispirare la nascita di personaggi letterari.

La malattia professionale “del cappellaio” ha spinto i processi di infeltrimento verso altre tecnologie e ad oggi il nitrato mercurico non è più utilizzato nella produzione del feltro

bibliografia / per approfondire


Waldron HA. Did the Mad Hatter have mercury poisoning? Br Med J (Clin Res Ed). 1983 Dec 24-31;287(6409):1961. doi: 10.1136/bmj.287.6409.1961. PMID: 6418283; PMCID: PMC1550196.

Psychiatric Disorders of Biochemical Origin
D. Donaldson, in Scientific Foundations of Biochemistry in Clinical Practice (Second Edition), 1994

ENVIRONMENTAL TOXINS AND DISORDERS OF THE NERVOUS SYSTEM Jean Lud Cadet, Karen I. Bolla, in Neurology and Clinical Neuroscience, 2007

Heal, Chris. “Alcohol, Madness and a Glimmer of Anthrax: Disease among the Felt Hatters in the Nineteenth Century.” Textile History 44.1 (2013): 95-119.

https://link.springer.com/content/pdf/10.1557/S088376940003788X.pdf

https://www.sciencedirect.com/topics/biochemistry-genetics-and-molecular-biology/erethism

https://en.wikipedia.org/wiki/Erethism

https://it.wikipedia.org/wiki/Lewis_Carroll

https://en.wikipedia.org/wiki/Hatter_(Alice%27s_Adventures_in_Wonderland)

https://it.wikipedia.org/wiki/Cappellaio_Matto

https://en.wikipedia.org/wiki/Felt


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